LUANA GORZA VISITA IL SET DEL FILM ISPIRATO AL SUO LIBRO “STORIA DEL TEMPO INUTILE”
L’autrice bellunese lotta da diversi anni contro la Sla.
BELLUNO, 24 settembre. Il suo libro è diventato un punto di riferimento per tutte quelle persone che nel rincorrere la vita spesso si fanno prendere dalla frenesia e così facendo perdono gran parte del loro tempo, rendendolo “inutile”. L’insegnamento che Luana Gorza, scrittrice bellunese affetta da Sla, ha regalato a tutti i lettori della “Storia del tempo inutile” è grande quasi quanto quello che ha dato, tre settimane fa, visitando il set del film che l’associazione Belluno Ciak sta girando in questi mesi nel territorio bellunese, secondo la scenografia scritta sulla base del suo libro, pubblicato nel 2012. Gorza ha raggiunto il set dove la falegnameria Hermann di Taibon Agordino ha ricostruito “Lena”, la casetta di legno che nel libero diventa il ricovero di Marianna, la protagonista del romanzo che una volta scoperto di essere malata decide di appartarsi per non essere di peso alla sua famiglia. La scrittrice ha conosciuto gran parte del cast di attori che sta lavorando con il regista Franco Fontana e il suo staff per la realizzazione del film, che terminerà il prossimo anno e servirà a raccogliere fondi a favore dell’Aisla (sclerosi laterale amiotrofica) bellunese.
«Non pensavo che il mio libro sarebbe potuto diventare un film, ma quando l’ho finito mi sono resa conto che aveva tutte le caratteristiche per poterlo diventare», ha raccontato durante l’intervista fatta all’interno di Lena e curata dall’ufficio stampa del Csv di Belluno, «ho dato una letta alla sceneggiatura, ho corretto qualche piccolo particolare, però c’è il regista che è molto tosto e non tiene in considerazione quello che gli dico. No dai, non è vero: ha cercato di fare del suo meglio, in un lavoro che non era assolutamente facile, ed è riuscito, con i mezzi che ha a disposizione, a rendere simile e più vicina la mia idea di “Lena” a quella che è descritta nel libro. La casa mi sembra bella anche se non rispecchia al 100 per cento quella che è descritta nel libro, richiama tutte le caratteristiche e tutte le cose che mi fanno piacere, che fanno piacere a Marianna». Le emozioni erano visibili e palpabili: gli occhi erano sorridenti, velati di gioia e anche di commozione alla vista del cane Buch, fedele compagno di Marianna nel romanzo e di Luana nella vita: «Adesso sono felice, mi sento molto motivata, vedo che c’è molta gente disponibile, buona, che si dà da fare per una causa, e tutto questo mi rende felice». La Storia del tempo inutile «non nasconde segreti, se non la voglia di dire a tutti che nella vita si può fare, qualcosa si può fare. Anche se non si arriva alla perfezione, bisogna sempre partire. L’importante è partire, qualcosa salta fuori».
Comunicato stampa a cura di CSV Belluno – Francesca Valente